Il ruolo di Israele e i riflessi della guerra sul Medio Oriente

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09.05.2022

I riflessi della guerra russo-ucraina sul Medio Oriente sono molteplici sia nel breve termine, sia nel lungo periodo. A fare da ago della bilancia è la posizione di Israele. La guerra in Ucraina sta stravolgendo gli equilibri geopolitici ed economici a livello globale. È una consapevolezza che si è subito fatta strada, fin dall’inizio del conflitto con l’invasione russa.

ISRAELE E LA GUERRA RUSSO – UCRAINA

Israele, notoriamente alleata degli Stati Uniti, all’inizio del conflitto ha assunto una posizione incerta, quasi neutrale. A favore della pace, ma senza esporsi troppo. Dal punto di vista umanitario, il Governo israeliano si è subito speso con grandissimo impegno nell’aiuto e nel supporto del popolo ucraino, condannando l’invasione russa e sostenendo la resistenza ucraina.  Diverse sono state le iniziative a supporto dei profughi di guerra e le manifestazioni di solidarietà, lasciando intuire che ci sarebbe stato un concreto supporto bellico all’Ucraina.

Nei fatti, però, non è stato così. Israele si è sì seduta ai tavoli internazionali che hanno deciso le sanzioni contro la Russia, ma di fatto le ha applicate in modo molto leggero. Lo Stato di Israele, inoltre, si è rifiutato di armare Kiev. Un’inchiesta giornalistica del Guardian e del Washington Post ha raccontato come Israele abbia scelto di non vendere propri sistemi di hacking ad alta tecnologia a Kiev proprio per non inimicarsi la Russia. Tutto questo ha anche suscitato l’indignazione del Presidente ucraino Zelensky che, da Israele, si aspettava un impegno più forte. In più, diversi miliardari e oligarchi russi stanno rifugiando le proprie risorse economiche proprio in Israele, approfittando della cosiddetta “Legge del Ritorno”, una legge che consente di ottenere la cittadinanza israeliana dimostrando la discendenza ebraica.

ISRAELE AGO DELLA BILANCIA?

Da subito, il Presidente israeliano Naftali Bennet ha sostenuto le ragioni della pace e si è proposto come mediatore.  “Israele – ha detto Bennett – ha l’obbligo morale di cercare di porre fine alla sofferenza umana nella guerra in Ucraina“. Le attività diplomatiche tra Israele e Russia si sono intensificate fin dai primi giorni del conflitto. Sebbene Israele sia alleata degli Stati Uniti, gli interessi a tenere aperte le porte del dialogo con la Russia sono numerosi e non solo di tipo economico.

IL RAPPORTO TRA ISRAELE E RUSSIA

Innanzitutto, Israele ha una fortissima e storica comunità russofona. La terza più grande oltre i confini russi. Più di un milione e mezzo di cittadini che giocano un ruolo importante nella società e nel mondo politico israeliano. Anche in Russia sono presenti comunità israeliane che hanno un peso importante e la simpatia tra le due popolazioni è sempre stata presente. Anche dal punto di vista religioso, elemento non di secondo piano nella complessità delle variabili in gioco, c’è una compenetrazione non indifferente. Israele conta una nutrita comunità di cristiani ortodossi con una delle più importanti cattedrali ortodosse fuori dalla Russia. Diversi sono stati nel tempo gli accordi economici tra i due Stati ma c’è un punto delicato che subisce i riflessi del conflitto e apre numerosi scenari futuri. Il fronte militare in Siria e in Iran.  Questo altro scenario di guerra, lunga e sanguinosissima, complica ancora di più la situazione geopolitica internazionale.

IL CLIMA TRA RUSSIA E ISRAELE SI È ORA IRRIGIDITO

Il clima tra Russia e Israele si è molto irrigidito dopo le affermazioni del Ministro degli Esteri russo Lavarov, che ha richiamato teorie mai verificate e tendenzialmente false sulle origini ebraiche di Adolf Hitler, per gettare ombre neonaziste sul Presidente ucraino, Zelensky, ebreo e con parte della famiglia sterminata durante l’Olocausto.

Il Presidente russo Putin ha preso le distanze dalle affermazioni del Ministro Lavarov.

OCCHI PUNTATI SU MEDIO ORIENTE E MEDITERRANEO

Le implicazioni, insomma, sono numerosissime. Le delicate variabili in gioco (economiche, politiche, sociali) possono rompere – e lo stanno già facendo – tutti gli equilibri. Soprattutto in un’area, quella del Mediterraneo e del Medio Oriente che è già da anni in alta tensione, alla ricerca di una stabilità geopolitica.  Abbiamo parlato dei legami tra Russia e Israele, ma non bisogna dimenticare il fatto che Israele è anche un fortissimo alleato degli Stati Uniti. Tutto il processo di affermazione degli Usa in Medio Oriente deriva da un grande lavoro diplomatico e di interesse messo in piedi tra la Casa Bianca e Gerusalemme. I contatti tra Bennett e Biden sono intensi e si vocifera di una visita del Presidente Usa in Medio Oriente entro giugno.

Un’ipotetica rottura tra Israele e Russia (scongiurata dagli ultimi eventi) rischierebbe di causare un pericoloso effetto domino in Medio Oriente.

Il recente attacco israeliano in Siria, del resto, è già sintomo di una tensione che cresce smisuratamente in quell’area.

Di contro, invece, un asse più stretto tra Israele e Russia, potrebbe causare una distanza tutta nuova dagli Stati Uniti, già in difficoltà con il mondo arabo, aprendo il sipario su scenari finora inesplorati, capaci di generare realmente un capovolgimento degli assetti mondiali nell’area del Mediterraneo.

 

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