GIORNATA MONDIALE DELLE DONNE E DELLE RAGAZZE NELLA SCIENZA

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11.02.2022

Si celebra oggi, 11 febbraio, la Giornata Mondiale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza, istituita dall’ONU. L’intento è quello di stimolare riflessioni e, di conseguenza, diffondere il pieno e paritario accesso delle donne in campo scientifico e tecnologico.

Ancora una volta, i dati sono inclementi. Le donne rappresentano solo un terzo dei laureati in scienze, tecnologia, ingegneria e matematica in Europa. Le materie STEM, appunto. Un divario troppo importante per non prenderlo in considerazione come elemento dannoso per il sistema occupazionale ed economico.

Non parliamo, infatti, solo di lavoratrici dipendenti, ma anche di donne che scelgono l’autoimprenditorialità. Le donne fondatrici di start up, sempre nell’Ue, sono solo il 15,5% e incontrano numerosi ostacoli nel ricevere finanziamenti rispetto agli uomini.

I dati sono di EIT Health, un’organizzazione che sostiene lo sviluppo dell’innovazione sanitaria.

Il paradosso, raccontato dai numeri, è che sebbene poche, le iniziative lanciate dalle donne hanno un tasso di successo non indifferente. Questa consapevolezza contribuisce ad avvilire la riflessione, inevitabile, della dispersione di un patrimonio consistente.

Un danno reale per l’economia, se pensiamo che solo questi dati sono riferiti all’intera Unione Europea.

I dati Eurostac 2020 – riportati anche dal Sole 24 ore in un articolo di Paola Profeta dedicato all’argomento – dicono che in Italia il 35% delle donne è laureata contro il 22,9% degli uomini, ma non in discipline STEM, dove restano una minoranza assoluta. In tutto il mondo. Solo 1 donna su 6, in Italia, ha scelto e concluso un percorso di studi accademico nelle discipline scientifiche.

Retaggi, sfiducia culturale, pregiudizi sono tutti elementi che incidono fortemente sulla scelta dei percorsi universitari.

Molte donne sono convinte, fin da piccine, che la matematica, ad esempio, sia più una cosa da uomini e se proprio una donna la sceglie come percorso di vita, beh, allora è solo ed esclusivamente finalizzato alla docenza nelle scuole.

Quasi che non si possa abbandonare quel senso di “maternità” e responsabilità di educazione e formazione solo perché donne.

Costruire un futuro migliore, significa anche abbandonare queste zavorre di pensiero. Alcune iniziative, lodevoli, danno il segno che qualcosa stia cambiando a livello culturale. Molte sono le pubblicazioni per bambini e bambine che raccontano i successi delle grandi ricercatrici e scienziate del mondo. Tanta è l’attenzione che i genitori spesso coltivano verso le proprie figlie, nell’incoraggiarle a seguire l’istinto e le proprie propensioni, senza condizionamenti di sorta. Non basta. Dai femminicidi, al gender pay gap, alle difficoltà di “scalare” i vertici delle grandi realtà istituzionali, politiche, economiche, produttive, sociali. Non vorremo più elencare le situazioni che certificano il ruolo ancora subalterno della donna.

La società, tutta, deve fare il suo, costantemente per avviare una positiva spirale di cambiamento.

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