Prezzi in rialzo: possibile raddoppio del tasso d’inflazione entro maggio

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18.01.2022

L’indice dei prezzi al consumo (IPC) nel mese di dicembre è aumentato dello 0,4%. Il rialzo, se considerato su base annua si attesta al 3,9%. Una stangata media, considerata la totalità dei consumi di una famiglia “tipo”, pari a +1.198 euro annui. Sono dati, questi, che confermano le previsioni degli economisti, ma soprattutto le preoccupazioni di molti cittadini che giorno dopo giorno stanno vedendo lievitare i costi di beni primari e non.

L’ulteriore accelerazione dell’inflazione, infatti, è dovuta prevalentemente ai prezzi dei beni alimentari sia lavorati (da +1,4% di novembre a +2%) sia non lavorati (da +1,5% a +3,6%), a quelli dei beni durevoli (da +0,4% a +0,8%) e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +1,9% a +2,3%).

Solo per mangiare gli italiani si ritrovano oggi a spendere 217 euro in più a famiglia su base annua. Pesante anche l’impatto dell’aumento dei prezzi dei trasporti, dei maxi-rincari di luce e gas, aumenti che avranno effetti a cascata sui listini e che potrebbero portare entro la primavera a un raddoppio del tasso di inflazione rispetto a quello attuale.

Si tratta dell’aumento più ampio dal 2012 (+3%).

L’Unione Nazionale dei Consumatori ha stilato la classifica delle città e delle regioni più care d’Italia, in termini di aumento del costo della vita. In testa alla classifica dei capoluoghi e delle città con più di 150 mila abitanti più care, Bolzano. Al secondo posto Genova, segue Aosta.

Per Catania e Trieste, che hanno un’inflazione record, +5%, si tratta di una batosta media pari, rispettivamente, a 1058 e 1185 euro a famiglia. Invece, la città più virtuosa è Campobasso, seguita da Napoli, con una spesa aggiuntiva per una famiglia tipo pari, nell’ordine, a “solo” 698 e 810 euro su base annua.

Continua a destare preoccupazione, inoltre, l’aumento dei prezzi dei beni energetici che a lungo andare potrebbero pesare in maniera significativa sulle tasche delle famiglie e mettere seriamente a rischio i consumi che potrebbero crollare nel 2022 come conseguenza del caro vita.

Se da una parte il Governo sta cercando di mettere in “sicurezza” l’avvicinarsi del Caro bollette con interventi mirati, dall’altra l’imminente aumento dei prezzi porterà le famiglie ad una riduzione dei consumi con conseguenze importanti sull’economia.

Tra le ipotesi allo studio da parte dell’Esecutivo per arginare la “tempesta energetica”, un contributo di solidarietà da parte delle aziende dell’energia e un intervento sul fronte fiscale, attraverso una riduzione dell’Iva o una revisione delle accise.

Certo è che la coperta sarà sempre troppo corta se ai cittadini, ai pensionati e alle famiglie in generale spetterà la decisione di limare i consumi da una parte o dall’altra per arrivare a fine mese.

Perché se tutto intorno aumenta, purtroppo, salari e pensioni rimangono fermi e se il portafoglio piange, il frigo rimane vuoto.

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