Ammortizzatori sociali, al via la riforma

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07.01.2022

Con l’approvazione della legge di Bilancio 2022 è entrata in vigore la riforma degli ammortizzatori sociali. È un complesso di misure che è stato oggetto di un approfondito dibattito e di un vasto confronto tra il ministero del Lavoro e le parti sociali.

Il perimetro di tale lavoro è stato definito dalle condizioni emergenziali causate dalla pandemia che si è abbattuta con durezza sul nostro tessuto produttivo e dallo sviluppo delle nuove politiche industriali e sociali dell’Unione Europea connesse al piano Next Generation Eu e agli obiettivi di neutralità ambientale e transizione digitale dell’economia. Una prospettiva, dunque, di grande complessità che si è innestata sulla necessità fisiologica di aggiornare tali strumenti all’evoluzione del mercato del lavoro, che si è manifestata già da lungo tempo, e adeguarli all’architettura del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Nei calcoli del Ministero vengono, così, implementate nuove o maggiori protezioni sociali per 12,4 milioni di lavoratrici e lavoratori, che abbiano o meno un lavoro.

Viene rimodulata la Cassa Integrazione; vengono estesi gli Accordi di transizione, i Contratti di solidarietà, i Fondi di solidarietà bilaterali, i Fis; la formazione viene associata al sostegno salariale nell’integrazione tra ammortizzatori sociali e politiche attive con il Piano Garanzia di Occupabilità – che raggiunge anche gli autonomi – dei lavoratori previsto nel Pnrr; viene estesa la copertura della Naspi cosi come della Dis-Coll.

Sempre nella prospettiva del Pnrr, vengono rimodulati strumenti come il Contratto di espansione e i Fondi paritetici interprofessionali  e nascono i Patti territoriali per la transizione ecologica e digitale.

Per valutare l’efficacia della riforma nasce un Osservatorio paritetico permanente. E non vi è dubbio che il sistema sarà messo alla prova dalle nuove crisi industriali e di settore che si vanno manifestando. Perché, da un lato, il tessuto produttivo è ancora tenuto sotto pressione dalla pandemia; dall’altro, le rapide mutazioni dei mercati, delle produzioni, delle catene del valore, in corso a ritmi forsennati, richiedono l’urgente implementazione di politiche industriali di vastissimo respiro, richieste con forza dalle parti sociali, che tardano a manifestarsi. E, perciò, la pressione sugli strumenti di protezione sociale è indiscutibilmente destinata a restare alta.

di Cesare Damiano

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